mercoledì 28 novembre 2012

Talking heads by Toni Verità

talkingheadsQualche giorno fa ho conosciuto virtualmente Toni Verità, un regista, una persona appassionata, che ha iniziato ad interessarsi al mondo delle bambole e ha prodotto dei corti, molto interessanti a mio avviso: Talking Heads, teste che parlano. Toni ha dato voce alle bambole o alle belle donne, come dice lui. Io gli ho fatto qualche domanda per scoprirne di più…leggete e guardate…

- Come è nata l'idea di realizzare questi corti con le bambole?
TV: Per caso. Credo che tutto sia dovuto alla Sorte: la vita è un gioco di specchi, ma in un certo momento, per puro caso, capita una certa cosa. Che ti obbliga a una certa scelta. Quelle foto su Vogue Italia delle Dolls degli stilisti inglesi Superfrock, con le loro accurate scenografie, mi hanno suggerito l'idea di "animare" le silenti Dolls. E l'ho fatto senza ricorrere ad alcun programma di animazione. Ce ne sono migliaia, dai più semplici ai più sofisticati. Ho scelto la classica animazione del frame to frame. Mi bastano tre o quattro immagini differenti della bocca di una Doll per trasformarla in una parlante, della serie anche le belle donne a volte dicono qualcosa di importante. Da qui il titolo della serie Talking Heads, teste parlanti, appunto.

- Di chi sono le voci nei tuoi video?
TV: Le voci sono delle poetesse, delle scrittrici, delle attrici, delle doppiatrici degli audiobooks, delle mie amiche facebook, come Kristi Petersen Schoonover, scrittrice americana pulp, che ha voluto scrivere una breve storia di una TalkingHead, la numero 23, intitolata Right where Mother. Oppure l'ultima, la TalkinhHead numero 36, ha la voce di Stefania Sarsini, è l'unica che parla in italiano, che è una nota animalista vegana.

- Come scegli le foto da utilizzare?
TV: La fotografia. Le luci e le ombre. La direzione dello sguardo. Non amo molto le fashion dolls, e il fashion in generale. Anche se gran parte dei miei filmati girano intorno alla moda, pubblicità e televisione. Per Raiuno ho realizzato un film su Valentino tra Hollywood e Parigi con dieci anni di anticipo sugli americani che hanno prodotto un film analogo.
Navigare in Flickr è stato come vedere scorrere davanti ai miei occhi centinaia di fotogrammi di piccoli film tutti da girare. I "preferiti" di Nina Chan oppure le immagini della Doll Black di Em'lia sollecitano in me visioni inedite e anche segrete di Dolls dall'animo gentile e dalla mente fervida. Ma c'è tutto un lavoro da fare sui testi, sulle parole. Non a caso il grande drammaturgo norvegese Erick Ibsen per raccontare l'animo delle donne del suo tempo, si inventa una "Casa di Bambola". La letteratura è piena di storie di Dolls. Solo che a me interessa la rottura del confine tra umano e non umano, tra animato e inanimato. Ma alla fine è solo un play, appunto, un gioco delle parti, che non ha bisogno di troupe, attori, produttori, luci, macchine da presa, cose che mi sono, finalmente, lasciato alle spalle. Mi basta una foto e un computer. E il play è fatto.

- Tra tutti i corti che hai realizzato finora, qual'è il tuo preferito e perché?
TV: Quello che è stato censurato da Facebook. TalkingHead numero 3. Con la voce della grande attrice irlandese Angeline Ball che interpreta il monologo di Molly che chiude il capolavoro letterario di Jame Joyce, l'Ulisse. La ragione della censura, che ancora oggi mi impedisce di caricare il video direttamente su Facebook, è la natura dei filmati non proprio da filmino scampagnata famigliare fuori porta o da voyerismo domestico. Le mie TalkingHead sono animate dalle voci di donne come la poetessa Anna Sexton, oppure Emily Dickinson, scrittrici come Carol Joyce Oates, straordinario il suo pezzo sulla morte di Marilyn Monroe, oppure Jeanne Moreau che canta "India Song", e così via su Youtube, che accetta i miei video, stimando la mia buona reputazione (è scritto proprio cosi ! ), e poi li condivido su Facebook. Che strano giro mi fanno fare. Tutto per una bambola!

- Hai già qualche bambola o per ora le ammiri solo sul web?
TV: Le ammiro solo sul web. Fuori dal web preferisco le bionde.
- Ora raccontami qualcosa di te...
TV: Non sono un giovane regista, come spesso si sente dire. Sono un vecchio regista come risulta dagli oltre 70 filmati archiviati in Youtube. Ho lavorato trent'anni per la pubblicità, videomusicali e soprattutto per la televisione fino alla stanchezza. Sono di Quinnipak, il paese inventato da Alessandro Baricco in Castelli di Rabbia. Prossimamente in TalkingHead apparirà un suo personaggio femminile in viaggio sulla nave diretta in America. Ecco la sua vita inizia con quella traversata atlantica che una Doll racconterà in tre minuti. La mia è invece iniziata quando ho conosciuto il grande direttore della fotografia Vittorio Storaro che con Ultimo Tango a Parigi mi ha definitivamente distratto dalla carriera universitaria dipartimento storia del cinema, varcato dopo la laurea in filosofia e la pubblicazione di alcuni saggi sul cinema di Wim Wenders e il cinema elettronico. Siamo negli anni 80. Milano non è da bere mentre filmo i Timoria, dopo aver filmato tutto il rock fiorentino da Litfiba con Piero Pelù a Federico Fiumani il poeta. Il resto è negli archivi Rai e Mediaset. Cose ormai scomparse dai palinsesti televisivi. Niente cinema. Un progetto: il figlio di Togliatti. Non ho trovato gente coraggiosa per raccontare la storia di un uomo chiuso nel suo doloroso silenzio. Proprio come una Doll triste e abbandonata tra i rifiuti che ho visto in Google immagini....
- Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai qualche sogno nel cassetto?
TV: Vivere, rovesciando i cassetti.
Toni Verità: Canale You Tube

2 commenti:

  1. Interessantissimo!devo confessare che non lo conoscevo, ma i suoi lavori sono particolari e davvero interessanti, soprattutto per me che ho una grande passione per l'animazione frame by frame..

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  2. Mi fa molto piacere esserti stata d'aiuto Olga ;)

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